martedì 24 novembre 2015

L'ESSENZA DEL KARATE E' IL KUMITE

Nell' ultima intervista video il M° Shirai palesa che l'essenza del Karate è il Kumite letteralmente Incontro di mani, termine giapponese utilizzato nel Karate per connotare il combattimento. Nell' intervista il Maestro spiega che il fine ultimo del Karate è saper combattere, essere in grado di difendersi qualora si è costretti a farlo, potenziale che non deve essere usato in condizioni normali per far del male agli altri. Per imparare a difendersi c'è bisogno di seguire un insieme di principi stabiliti come dogmi: concentrazione, corretta conoscenza delle tecnica , corretto movimento del corpo che deve essere in ottima forma per esprimersi al meglio(Shin-Gi-Tai),questa padronanza si acquisce attraverso la pratica dei Kata, condizione imprescindibile per padroneggiare il Kumite. Nei Kata e nella loro razionale analisi-applicazione (oyo-bunkai) sono contenute le tecniche , le strategie che si devono usare nell' esecuzione attraverso la giusta dinamica del corpo e soprattutto c'è bisogno di coltivare un forte aspetto introspettivo neccessario per affrontare un combattimento immaginario contro uno o più avversari.Il grande filosofo cinese Confucio diceva: Me l' hanno spiegato e mi sono dimenticato, l' ho visto ed ho capito,l'ho fatto ed ho imparato. Per capire la sensazione della pratica del Karate le parole contano fino ad un certo punto, è indispensabile praticarlo per percepirne l' essenza. Ecco il link https://www.youtube.com/watch?v=Wm0AwOC5To8

venerdì 12 ottobre 2012

ICHI-GO ICHI-E

Dopo un periodo di voluta astinenza virtuale dal mio blog, eccomi qua pronto a ritornare in carreggiata, tenendo ben presente che la prima motivazione per cui ho inteso creare questo spazio è stata quella di portare avanti i miei concetti e le mie idee (soggettive)per quanto riguarda le arti marziali. Chiunque non gradisca leggere i miei post non deve far altro che non accedere su questa pagina oppure uscire semplicemente dall' URL del blog!!!! Fatto questo breve inciso, oggi mi vorrei soffermare sulla massima che rappresenta il titolo del mio articolo. ICHI-GO ICHI- E descrive un concetto culturale collegato con il Budo che affonda le proprie radici direttamente nel buddismo Zen. Rappresenta l' idea della transitorietà tanto cara ai samurai, in senso filosofico ricorda la caducità della vita umana. L' uomo invincibile è quello che non ha paura di morire e che affronta ogni giorno come se fosse l'ultimo. Naturalmente quanto detto deve essere contestualizzato nella vita di oggi e non deve sfociare in inutili rappresentazioni di fanatismo. Provate però a pensare che genere di avversario è uno che non ha paura del peggio e che è pronto a tutto, forse è l' ultima persona che si vorrebbe incontrare in un combattimento reale. Ichi-go ichi-e vuol dire proprio questo: solo una volta nella vita,in uno scontro potrebbero non esistere seconde possibilità e si deve agire di conseguenza cercando di fare bene al primo tentativo. Nella vita di tutti i giorni si affrontano mille situazioni, mille problemi e purtroppo.... ahime.... mille cazzoni, io riesco a tenere a bada tutte queste circostanze approcciandomi ad esse anche tenendo a mente questo solido principio. Sono convinto che la tecnica nell' arte marziale non migliora solo con la ripetizione estenuante, anzi con il passare del tempo nonostante una pratica assidua, si potrebbe addirittura peggiorare se si ci sofferma soltanto su degli aspetti esteriori. Quello che fa la differenza e che rende un praticante esperto più temibile è proprio la conoscenza e l' applicazione di tutti gli aspetti del Budo che rafforzando interiormente riescono a conferire ad ogni singolo movimento la consapevole maestria di un gesto efficace. A proposito, è vero che nella vita ogni momento è unico ed irripetibile, come del resto anche quello immortalato nella foto ma, data la presenza di un "brutto ceffo" con il pizzo e l' aria da lottatore che è anche una delle persone a me più care, sarei felice se si derogasse a questa unicità e si ripetesse un allenamento di vero karate-do con la sua onorevole presenza. ICHI-GO ICHI-E a tutti!!!!!!!

lunedì 14 maggio 2012

GOSHINDO CON HANSHI CERUTI E RIFLESSIONI......

Ultimamente mi trovo a scrivere i miei post negli orari più impensabili e nei posti più inconsueti, d'altronde l' ispirazione non ha regole!!!!! Molto spesso in vari luoghi virtuali e non, viene messa in discussione l' efficacia del Karate, niente di nuovo in linea di massima come in ogni questione ognuno porta l' acqua al suo mulino, ciò che invece mi fa pensare è che spesso a sostenere o ad avvalorale queste "dicerie" sono proprio dei "karatekas", i quali magari preferiscono prendere parte a qualche corso di autodifesa "last minute" per trovare delle risposte alle loro esigenze. La cosa può dare adito a molteplici considerazioni, troppe per essere analizzate in questa sede, poi come dicevano i nostri predecessori di terra italica de gustibus non est disputandum, se poi qualcuno effettivamente ci trova dei giovamenti ben venga...... Sicuramente nessuno di questi signori ha mai avuto la fortuna e al contempo il piacere di partecipare ad un seminario di Goshindo tenuto dal M° Ceruti. Dopo le famigerate 3 K dello shotokan a mio avviso sicuramente il goshindo può essere considerato la quarta essenza della scuola di sensei Shirai Hiroshi (per i giapponese è ritenuto scortese anteporre il nome al cognome).Non credo sia il caso di dilungarmi su cosa sia il goshindo praticato in Fikta, ci sono in rete pagine e siti che ne parlano ampiamente, soprattutto ritengo che per poterne capire la valenza e il patrimonio che è racchiuso all' interno delle tecniche è indispensabile praticarlo. Il Karate tradizionale è un' arte marziale molto complessa, è rivolto a tutti e potenzialmente tutti lo possono praticare ma allo stesso tempo non è per tutti praticarlo per tutta la vita. Può sembrare ad una analisi immediata che io prima dica una cosa e poi subito dopo la smentisca, non è così, bisogna leggere sempre le cose tra le righe e questa apparente contrapposizione di pensiero viene subito meno. Nel Karate per quanto mi riguarda mi è stato insegnato a praticare in un modo e dopo un pò di tempo mi è stato detto di fare in modo diverso per poi rendermi conto che è indispensabile cambiare ancora modalità di pratica, ritenendo comunque passaggi obbligatori le precedenti tappe. Sicuramente esistono sistemi più immediati e di più facile comprensione ma è indispensabile riuscire a fare le cose difficili per poter fare bene quelle facili, l' esperienza mi insegna che per fare un wazari si deve pensare a fare un ippon!!!!!Per me il Karate che pratico è sicuramente molto efficace perchè riesce a migliorare la mia autostima, perchè mi rende una persona migliore perchè mi insegna a muovere il corpo e a respirare in modo corretto, perchè mi insegna la strategia giusta da applicare al momento giusto, perchè mi fa stare con altre persone e me ne fa condividere le esperienze e perchè mi fa stare bene. Ringrazio il M° Ceruti ed i miei compagni di pratica per lo splendido allenamento, sperando di poter replicare appena possibile.OSS!!!!!!!

martedì 17 aprile 2012

KARATE TRAINING




Negli ultimi tempi, oltre gli allenamenti di routine sono stato molto impegnato con alcuni importanti appuntamenti come lo stage Isi di Barletta, lo stage con il M°Ilija jorga 10°dan Shotokan-Fudokan,lo stage ad Acerra con il M° Nazario Moffa pluricampione mondiale di kata e una piacevolissima serata passata all' insegna del karate e conclusa a tavola davanti ad una buona pizza accompagnata da un altrettanto buona birra insieme al M° Angelo Torre. Tutti questi eventi succedutisi in un ristrettissimo arco temporale hanno messo a dura prova il mio calendario di impegni ma allo stesso tempo hanno contribuito notevolmente ad arricchire il mio bagaglio tecnico e sono serviti a pormi dei nuovi obiettivi su cui lavorare. Quando si fa uno stage vengono trattati sempre diversi argomenti, la capacità del maestro che lo dirige stà nel collegare i vari temi in un discorso unitario in modo che il lavoro non sia dispersivo, un' altra capacità è quella di adeguarsi al livello tecnico dei praticanti che si ci trova dinnanzi cercando di contemperare le esigenze di tutti dai meno bravi ai più bravi, sicuramente un arduo compito!!!! D' altra parte il compito di chi partecipa allo stage è innanzitutto quello di cercare di dare il proprio massimo a seconda delle singole possibilità e conoscenze, di ripetere cercando di perfezionare le indicazioni ricevute,di selezionare quello che va bene per se stessi e di togliere quello che non serve, di appuntare in qualsiasi modo il lavoro svolto ( a chi non è capitato di dimenticare un passaggio di un kata appena studiato o una combinazione di tecniche) e soprattutto secondo me la cosa più importante per uno studente è quella di cercare di far nascere in se stesso sempre nuovi stimoli.Dopo tanti anni di allenamento potrebbe capitare di avere delle fasi di "stallo"che provocano nel praticante una carenza di interesse.E' indispensabile quindi, mantenere sempre vivo il fuoco dell' entusiasmo e la brama di conoscenza e questo a mio avviso si può fare cercando di intraprendere lo stesso percorso per tutte le vie possibili, ponendoci così sempre nuovi obiettivi su cui lavorare per crescere ed affinare il nostro karate. Già in passato ho parlato del M° Angelo Torre, ora dopo un pò di tempo che ho avuto modo di frequentarlo come insegnante devo constatare che si tratta veramente di un grandissimo tecnico capace di spaziare in tutti gli ambiti del Karate do ma soprattutto si tratta di una grande persona, veramente squisita che porta in se i valori della terra del Sud dal quale proviene. Un tale personaggio sicuramente merita un post a parte che prima o poi gli dedicherò, intanto preferisco urtilizzare il tempo cercando di allenarmi con lui il più possibile. P.S. Avrei voluto pubblicare più foto di questi eventi, ma come al solito se non le scatto con la mia fotocamera diventa una mission impossible recuperare le immagini, al momento opportuno ricambierò con la stessa moneta! Osu!

sabato 7 aprile 2012

ROFRANO - CAPACCIO ALL' INSEGNA DEL JIU JITSU



Continuano gli allenamenti tra le scuole di arti marziali. Devo dire che finora i primi due appuntamenti sono stati molto proficui per i miglioramenti tecnici ottenuti dai ragazzi, giovando soprattutto sul loro morale.Quasi 3 ore di jiu jitsu quello di ieri nella sede di Capaccio proposto dall' ormai noto Medico Louco,con un immancabile giro di lotte usque ad finem!!!Un ringraziamento al M° Mandetta per l' organizzazione, per l' aver coadiuvato il "pazzo"e per aver regalato qualche sua perla al mio jiu jitsu, quasi inconsapevolmente, magari sussurrata dopo esserci presi a "mazzate" in alcune lotte. Andiamo avanti così, Roma è alle porte!!!!!P.S. A breve renderemo noti i nick name dei nostri "guerrieri", in questo chiedo aiuto al Doc Glielmi.

venerdì 24 febbraio 2012

IL KARATE CORRETTO, SECONDO ME...........


Nel proliferare di federazioni, competizioni, regolamenti e sedicenti maestri, diventa molto complicato stabilire qual è la forma corretta di pratica. D’altra parte l’aggettivo corretto si presta ad un’ interpretazione soggettiva e non oggettiva, la verità è che il giusto modo di addestrarsi è quello che risponde alle nostre esigenze, in passato forse un’ eccessiva mistificazione delle arti marziali ha portato ad avere nell’immaginario collettivo una visione distorta del karate e di conseguenza dei suoi praticanti. E’ vero anche che bisogna porre dei limiti a questa soggettività, ognuno è libero di decidere il proprio modo di allenarsi e di stabilire i propri obiettivi ma non bisogna snaturalizzare l’ essenza di questa bellissima arte. Praticando karate non si diventa super uomini, ma sicuramente si diventa uomini migliori, non perché si è capaci di avere la meglio in qualche baruffa , ma perché attraverso i principi e gli insegnamenti del karate do si riesce ad affrontare la vita quotidiana con tutte le implicazioni connesse, in modo più consapevole e di conseguenza con una visione di essa più palese e risoluta. Il fine ultimo delle arti marziali è quello di prevalere su se stessi e sulle proprie paure usando l’ “avversario” come mezzo, trasformando i punti deboli in punti di forza, questa è secondo me la visione giusta e di conseguenza si dovrebbe cercare di raggiungere tali obiettivi. A mio avviso le competizioni devono essere un momento utile, di confronto, una delle tante forme per arrivare alla consapevolezza del proprio potenziale, ma la vera crescita è quella che si ha nel proprio dojo, nei raduni, da soli, cercando di affinare la tecnica e soprattutto arrivando ad essere padroni di tutti quegli aspetti del Budo che ruotano attorno alla nostra vita marziale e che spesso sono accettati ed eseguiti come automi dai karateka che non hanno piena consapevolezza di quello che stanno facendo. Per fare il salto di qualità la comprensione rappresenta la chiave di volta indispensabile, si deve scrutare nel profondo la propria arte, si deve riflettere sugli interrogativi che la pratica ci riserva senza però arrivare a delle conclusioni troppo trascendentali, è importante capire attraverso uno studio complementare perché i maestri del passato hanno voluto sviluppare in questo modo il sistema che noi tutti stiamo studiando . Prendiamo ad esempio i kata heian ( Pinan), i kata che vengono insegnati da subito ai gradi meno avanzati, essi contrariamente a quanto si potrebbe pensare sono nati dalla suddivisione di un kata superiore che esisteva già da prima, kanku dai (kushanku nella sua denominazione originaria), realizzata dal M° Itosu. Questo forse non interessa a molti, ma dovrebbe interessare chi vuole davvero entrare nell’ essenza dell’ arte perché serve per capire la formazione del metodo. Ci sono come questo, diverse testimonianze, ma voglio lasciare alla vostra immaginazione e alla vostra “brama” di conoscenza la ricerca di elementi simili. Sarebbe opportuno usare il passato come ponte per il nuovo ( come dice un noto autore di best sellers sulle arti marziali) e perché no, modificare anche qualcosa se ci rendiamo conto che tale modifica si presenta più confacente alle nostre esigenze senza dover essere considerati dei blasfemi. Se ci pensate bene noi tutti abbiamo una grande considerazione dei maestri del passato che hanno avuto il merito di innovare ed evolvere le loro conoscenze, spesso però si condanna chi si distacca o mette in discussione alcuni “concetti” definiti tradizionali , mi sembra alquanto paradossale. Per me l’aggettivo tradizionale non significa ripetere inconfutabilmente ciò che ci è stato tramandato, ma continuare a ricercare sulla base degli insegnamenti ricevuti cercando di migliorare sempre di più il contenuto della nostra arte marziale . Dovrebbe essere questo il giusto approccio nell’ insegnamento e di conseguenza la tecnica corretta, un karate rivolto alla crescita interiore del proprio io, alla difesa personale e agli aspetti fondamentali del budo, alla conoscenza storica e alla consapevolezza di quello che si fa, e perché no, anche alle competizioni soprattutto per i più giovani, ma con la certezza che queste investano solo una parte e rappresentino solo qualche tassello dell’immenso oceano che è il puzzle del karate do. Finora la scuola del M° Shirai è l’ unica che riesce a ricomprendere per me tutti questi elementi e quindi ritornando all’ inizio del discorso rappresenta il karate corretto perché risponde alle mie esigenze, ma questa è solo l’opinione di un umile praticante…….OSU!!

martedì 24 gennaio 2012

STAGE TECNICO NAZIONALE A SALSOMAGGIORE


Nella cornice della città di Salsomaggiore si è svolto il raduno tecnico nazionale della Fikta. Un palazzetto dello sport gremito di karatekas giunti da tutta Italia per assistere agli aggiornamenti tecnici dettati dal M° Shirai. Grande week-end all' insegna del karate!!! Naturalmente insieme agli amici di Salerno non potevo mancare a questo importante appuntamento dove come al solito ho arricchito il mio patrimonio tecnico sul karate -do, acquisendo oltre ai programmi svolti numerosi spunti da rielaborare a proprio piacimento nella pratica giornaliera! Saluti a tutti.